PROGETTI
PROGETTI
BOLE BULBULA, ADDIS ABEBA
ETIOPIA CENTRALE, 2016
I Bambini di Suor Rosaria
ETIOPIA, 2020
I Bambini di Suor Rosaria
Dal primo caso di coronavirus segnalato in Etiopia il 13 marzo 2020 la situazione sta cambiando rapidamente, questa pandemia ha un forte impatto sui sistemi alimentari: direttamente sull’offerta e la domanda di cibo e indirettamente ma altrettanto importante attraverso la diminuzione del potere d’acquisto e la capacità di produrre e distribuire cibo.
Attualmente, a causa di questa pandemia, tutti gli studenti dall’università fino all’asilo ritornano a casa e anche i membri della famiglia che migravano nella città per lavoro ora stanno tornando verso i loro villaggi per paura di questo mortale virus.
A causa di questo e di altre difficoltà di approvvigionamento, il costo del cibo e del materiale sanitario è triplicato rispetto ai prezzi normali che aggravano il problema della carenza cronica di cibo nelle famiglie, a questo scopo quasi tutta la nostra comunità e le loro famiglie non possono acquistare cibo per nutrire i loro figli e sono costrette a vivere in un ambiente non igienico che li espone a questa pandemia di infezione virale.
L’obiettivo principale di questo piano di risposta all’emergenze è quello di creare l’accesso ad almeno un pasto sano al giorno per questo periodo d’emergenza e di creare anche l’accesso al materiale sanitario, che è ora il principale strumento di prevenzione contro il COVID-19.
Gli abitanti dell’area del progetto (Gubere kebele), hanno lo status socio-economico, che riflette la situazione del paese descritta sopra. Il fattore chiave all’interno della popolazione dell’area del progetto è l’alta prevalenza di malnutrizione, anemia, malaria, HIV/AIDS e tubercolosi. Nelle ultime settimane, abbiamo assistito a un aumento dell’incidenza della malnutrizione grave.
Inoltre, la stagione delle piogge è arrivata all’inizio di quest’anno, il che significa che i casi di malaria aumenteranno rapidamente e il picco di casi nel 2020 potrebbe coincidere con la pandemia COVID-19 in corso.
In generale, l’85% delle comunità dell’area del progetto sono di categoria a basso reddito e richiedono quindi un’assistenza d’emergenza per combattere lo shock critico della pandemia COVID -19.
Questo progetto ha lo scopo di aiutare le famiglie molto povere fornendo loro almeno un sussidio alimentare di base.
I beneficiari totali del progetto sono 1000 famiglie classificate come comunità rurali estremamente povere nella zona di Guraghe intorno a Gubrye.
L’Etiopia è al secondo posto tra le nazioni più popolate dell’Africa e ospita quasi il 9% della popolazione africana.
L’Etiopia è il più grande centro aeroportuale dell’Africa orientale, quindi le misure per rispondere all’emergenza COVID-19 sono iniziate presto. A gennaio, il governo ha introdotto i protocolli per lo screening dei passeggeri all’aeroporto internazionale di Addis Abeba e ulteriori preparativi sono proseguiti anche a febbraio.
Il primo rapporto su un caso COVID-19 in Etiopia risale al 13 marzo, due giorni dopo la dichiarazione della pandemia globale, le misure nazionali sono state intensificate poco dopo, e l’8 aprile è stato dichiarato lo stato di emergenza.
L’Etiopia ha adottato un approccio precauzionale in linea con la preparazione e la guida alla risposta in caso di epidemie pandemiche; il ministero federale della Sanità ha lavorato in collaborazione con i ministeri interessati formando un team di risposta rapida, implementando strategie preventive per ridurre al minimo la trasmissione del virus.
Invece di un blocco nazionale il governo ha messo in atto diverse misure essenziali: periodi di quarantena obbligatoria per tutti i viaggiatori, restrizioni sui raduni pubblici, chiusura delle scuole, mascherine obbligatorie nei luoghi pubblici e un minor numero di passeggeri sui mezzi di trasporto, un’informazione assidua attraverso i media e dei promemoria quando si effettuavano delle chiamate.
I briefing quotidiani sul COVID-19 sono forniti dal Ministero della Salute, oltre a queste misure chiave di preparazione e di pianificazione, occorre prestare la dovuta attenzione e concentrarsi strategicamente sul salvataggio delle vite di quelle fasce estremamente povere e più vulnerabili della popolazione.